Vesuvio
Il Vesuvio è famoso per l'eruzione del 79 d.C., ma in tempi antichi gli scrittori lo descrivevano come un monte rigoglioso, ricoperto da frutteti e vigneti. Al Museo Archeologico di Napoli puoi vedere immagini che lo rappresentano come un'unica vetta montuosa, verdeggiante e piena di vegetazione.
Nel 73 a.C., durante la Terza Guerra Servile, c'era una zona pianeggiante sul Vesuvio dove l'esercito si accampava. Anche Spartaco e i suoi seguaci trovarono rifugio sul monte insieme a un gruppo di ribelli armati. Quando l'esercito romano li attaccò, riuscirono a sfuggire utilizzando i rami delle viti che coprivano le pendici per costruire delle scale. Grazie a queste, si allontanarono attraverso un passaggio impervio e non sorvegliato. Quell'area era indubbiamente un antico cratere, di cui oggi rimane solo una parte, chiamata Monte Somma.
Il suolo vulcanico, molto fertile, favorì l'insediamento di popolazioni come gli Osci e i Sanniti a Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti, anche se il rischio vulcanico era già noto in antichità. Strabone, nel 18 d.C. (61 anni prima della famosa eruzione), descrisse il Vesuvio nella sua Geografia d'Italia come un vulcano dormiente, attribuendo alla sua presenza la grande fertilità del suolo, simile a quella alle pendici dell'Etna.
L'eruzione del 79 d.C. cambiò radicalmente la forma del Vesuvio e delle aree circostanti, distruggendo le città di Ercolano, Pompei, Oplonti e Stabia. Queste città furono sepolte sotto strati di pomice e sono state riportate alla luce solo nel XVIII secolo, durante la dinastia borbonica del Regno di Napoli.
Un'altra terribile eruzione si verificò nel 1631. Dopo una serie di piccoli terremoti che durarono diversi mesi, il 16 dicembre il Vesuvio si risvegliò dopo oltre 130 anni di inattività. Si aprì una bocca laterale a sud-est e iniziò una fase di attività stromboliana, forse accompagnata da una colata lavica (sebbene molti autori affermino il contrario). Durante la prima fase, furono espulse ceneri mescolate ad acqua che scesero velocemente a valle, seguite da colonne di vapore. Poi ci fu una violenta esplosione dal cratere centrale, con l'emissione di cenere, pomice e gas in grandi quantità.
Durante il Regno di Napoli.
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