Ghetto ebraico
Il Ghetto Ebraico di Roma fu istituito nel 1555 nel Rione di Sant'Angelo. Questa decisione derivò dalla bolla papale Cum Nimis Absurdum, proclamata da Papa Paolo IV il 14 luglio 1555.
È importante ricordare che gli ebrei vivevano a Roma prima dei cristiani, e al momento dell'istituzione del ghetto vi erano circa 2.000 ebrei costretti a trasferirsi in quest'area. Il ghetto era un'area recintata, dotata di tre grandi porte che venivano chiuse a chiave durante la notte. Le mura furono progettate dall'architetto Giovanni Sallustio Peruzzi e finanziate dalla comunità ebraica.
La zona scelta per il ghetto non era tra le più favorevoli di Roma, essendo soggetta a continui allagamenti causati dal fiume Tevere. Sebbene alcuni membri della comunità ebraica si sentissero più al sicuro all'interno di questi confini da attacchi esterni, molti altri percepivano questa situazione come una restrizione della loro libertà.
Oggi, la comunità ebraica di Roma è viva e vibrante, e, a differenza di molte altre parti d'Europa dove le comunità ebraiche si sono estinte, la comunità romana ha continuato a crescere nonostante le difficoltà del passato. Il Ghetto Ebraico rappresenta una parte importante della storia e delle persecuzioni subite dai cristiani, e ci offre molte opportunità di riflessione e apprendimento sugli errori inflitti in nome della religione e delle credenze.
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